Io sono Ruth – Pastore Marta Di Sano
PDG PRATO WORSHIP SERVICE – 28 giugno 2020
Predica Past. Marta Di Sano
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“Io sono Ruth”
IO SONO RUTH
Di chi è la gloria? Se la gloria è di Dio allora io non cerco la mia gloria. Io cerco la Gloria di Dio!
Questa mattina voglio parlarvi di una storia. Voglio leggere un intero libro della Parola di Dio. È il libro di Ruth. Dio ha scelto delle donne e degli uomini ben precisi. Dio non ha riguardo alla apparenza umana, Dio guarda il mio cuore. Voglio mantenere il mio cuore puro. Leggiamo Ruth 1:1, Elimelec e Naomi vivevano a Betlemme, la cittadina dove nacque Gesù. Betlemme negli anni ha attraversato diversi deserti. Betlemme ci fa pensare al Natale, ma Betlemme è stato anche un luogo di carestia. Non si poteva mangiare, avevano due scelte davanti a loro: rimanere o scappare. La scrittura non fa cenno di un consulto che Elimelec chiede a Dio. Il nome di Elimelec significa: il mio Dio è Re. Lui non si lascia guidare dalla Parola. Betlemme significa luogo del pane. Che significato paradossale. Non importa se stai attraversando un deserto, se Dio ti ha chiamato in un modo, allora rimane così. Vanno a Moab che significa “Quale padre?”. Se Dio ti ha detto che si prenderà cura di te, tu non devi dubitare anche se sei nella carestia. La scelta sbagliata di Elimelec costó la vita a lui e ai suoi figli. Ognuno di noi è libero di fare le proprie scelte, ma non può scegliere le conseguenze. È importante che noi possiamo avere la nostra guida. Dobbiamo realizzarlo nella nostra vita. Affida la tua vita a qualcuno, questo è fede! Dal verso 11 al verso 14 leggiamo che Naomi rimane vedova. C’è questo momento: tre donne vedove, l’uomini della loro vita erano morti. Le due donne volevano seguire Naomi: Orpah si fermó e non seguì Naomi. Accade anche nella Chiesa di oggi: alcuni si scoraggiano e tornano indietro. Il tornare indietro non è mai la soluzione. Cosa c’è di male nel fatto che Orpah tornasse a casa? Io non mi chiedo cosa c’è di male! Mi chiedo cosa c’è di bene! Orpah rimasa ancorata al suo passato. Alcune volte vediamo una situazione in un modo e ci leghiamo ad essa. Tu oggi hai una mentalità che ti viene dalla cultura che hai ereditato. Tu pensi ciò che gli altri vogliono che pensi. La società ci influenza.
Io preferisco dire: cosa pensa la Parola di Dio riguardo a questa situazione?
Un giorno il vostro pensiero morirà. Fratelli e sorelle, il pensiero che non è morto è nella Bibbia. Io ho studiato Psicologia. Avevo il prof non vedente. Passavamo l’ora ad andare in bagno. Alle interrogazioni avevo il libro aperto. Però poi, Dio mi ha dato un lavoro dove serviva la psicologia e ho dovuto studiare a 30 anni. Tutto torna. Quello che voi pensate non è la visione globale della cosa. I versi 16 e 17 fanno sì che esploda qualcosa dentro me . Che parole! Quando lo leggiamo noi non ci rendiamo conto di una cosa: Ruth dice queste parole a una persona, a un essere umano. Non le dice a Dio. Ruth dichiara queste parole a una donna. Ruth si affida a una donna. A volte la vita può essere difficile. Lei riconosce che c’è una autorità su di lei. A quella autorità lei affida la sua vita. Quanti di noi hanno mai dichiarato queste parole a una autorità che Dio ci ha messo sopra? Quello che c’è attorno a Ruth è desolazione. Ruth non dice queste parole a cuor leggero. Ruth non si è basata su quello che stava vedendo, lei aveva conosciuto il cuore di Naomi. Siamo disposti a dichiarare queste parole a una persona che sta guidando la nostra vita? Io non voglio rimanere nell’ ignoranza. Io vi voglio dire: non vi fidate solo a Dio. Facciamo dire ciò che vogliamo a Dio. Alcune volte vogliamo utilizzare le stesse tattiche con Dio. Lui ti fa dispiacere se le cose che stai facendo sono sbagliate. Dio ti ascolta. Noi facciamo pensare a Dio ciò che vogliamo. Facciamo decidere a Dio ciò che è meglio per noi. Ci sono persone che si fidano solo di Dio, solo della Parola. In un contesto c’è scritto “Dio odia”. La Bibbia dice anche “maledetto l’uomo che confida nell’uomo”. Siamo in Geremia 17:5: la seconda parola uomo viene tradotta Adamo. Viene quindi tradotto così: maledetto chi si affida alla sua capacità rimanendo nella condizione del vecchio Adamo. Andiamo in Ebrei 13:17, “obbedisci” ai tuoi capi spirituali. Ruth dichiara a Naomi delle parole incredibili. Ruth si sottomette a Naomi. Ai versi 19-20 di Ruth, leggiamo che giunsero a Betlemme. Naomi significa Gioia. Lei dice: non chiamatemi Gioia ma Mara che significa amarezza. Naomi aveva lasciato Betlemme insieme a suo marito per loro scelta. Dio non ci entrava nulla. Se non seguiamo le Sue scelte, Dio non c’entra nulla. Dio e Gesù hanno già fatto tutto per noi! Io mi ricordo che era Dio che cambiava i nomi e non l’uomo. Tante volte ci autodefiniamo, Dio ti ha già dato un nome. Se Dio ti ha già chiamato con un nome, tu non puoi chiamarti diversamente. Tutti possiamo sbagliare, tante scelte che facciamo non vedono il coinvolgimento di Dio. Alcune volte diciamo “se le cose non cambiano…” e poi scuotiamo la testa. Dio non vuole che piangiamo i nostri errori. Al capitolo 2 Naomi e Ruth iniziano la loro nuova vita. Era usanza che gli stranieri prendevano tutto quello che cadeva dalla mietitura. Ruth era una vedova, ma non rimase nella sua condizione. Aveva tante motivazioni per mollare. Al verso 7 leggiamo che Ruth si era riposata in casa un attimo. Noi possiamo stancarci, ma il riposo deve durare un momento. Non sei chiamato a riposarti. Gesù sta tornado: non c’è tempo di dire che siamo stanchi. Boaz dice qualcosa di incredibile a Ruth. Esistevano dei rischi ad andare a spigolare in un altro campo. Se Dio ti ha posto in un campo devi rimanere in questo. Non andare in un altro campo, perché ci sono dei pericoli. Dio ti ha posto nella famiglia, questa non si abbandona. Tu non molli! Sii fedele nel campo nel quale Dio ti ha posto. Dio ti ha posto in Chiesa, non si abbandona! Dio ti ha posto lì per farti un campo sul quale lavorare! Servi con eccellenza in questo campo come se lavorassi direttamente per Dio. In Efesini 6:7 leggiamo proprio questo: lavora con entusiasmo! Se pensiamo che servire il Signore implica fatica, allora non abbiamo capito nulla. Quando serviamo con amore e con entusiasmo, serviamo a Dio o agli uomini?
Se servo o non servo, servo sempre verso Dio. Pensa come puoi servire Dio con eccellenza nel campo in cui Dio ti ha posto.
Al capitolo 3 verso 5, Naomi pensava di sistemare Ruth. Naomi si basava su una legge, quella del riscatto. Al verso 3 verso 3 Naomi invita Ruth a coricarsi con Boaz. Questo quindi si svegliò di soprassalto. Riconosciuta Ruth, allora le disse che c’era un parente più prossimo di me. Boaz non toccó Ruth, non se ne approfittó. Non avrebbe fatto niente di male. Si chiese quale sarebbe stata la cosa migliore per Ruth. Quando aspettiamo la cosa migliore per la nostra vita dobbiamo prepararci. Ruth si era preparata. Se stai una promessa chiediti se sei pronta a ricevere questa promessa. Non aspettare con le mani in mano. Al capitolo 4 leggiamo che colui che poteva riscattare Ruth non poteva e invita Boaz a riscattare Ruth e il suo campo. Boaz si circonda di dieci anziani che rappresentavano la legge. La legge e i comandamenti ci sono serviti per riscattare la nostra vita. Gesù ci ha riscattato. Un uomo con la U maiuscola mi ha riscattata. Lui è andato a discutersi la mia vita. Gesù è andato sulla Croce: non mi ha chiamato, Lui è andato all’inferno e mi ha strappata dal peccato. Il verso 17 dice qualcosa di incredibile: Ruth e Boaz si sposano e hanno un bambino. Lo chiamarono Obed e fu padre di Isai, che fu Padre di Davide. Il tuo nome continuerà. Dio aveva deciso il nome di Naomi. Dio non cambia idea sulla tua vita. Da oggi Dio ti chiama Gioia. Dio ti ha dato un destino, Dio non cambia idea perché non è un uomo. Io stamani desidero che noi cambiamo punto di vista sulla nostra vita.