Essere luce #Anziano Daniele Cascio

Essere luce #Anziano Daniele Cascio

AVVISI:

14-16 dicembre 2018: Conferenza nazionale PDG (con John e Lisa Bevere)

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Questa mattina, vorrei parlare di ESSERE LUCE. Siamo chiamati, come figli di Dio ad essere come lampadine che, come sappiamo, sprigionano una luce che però deriva dalla corrente elettrica che ci passa attraverso. Senza corrente, la lampadina non funziona e se non vi sembra una rivelazione incredibile, vi invito a prendere Genesi 1, dal verso 1

Nel principio DIO creò i cieli e la terra. 2 La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso; e lo Spirito di DIO aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Poi DIO disse: «Sia la luce!». E la luce fu.

Quando Dio comincia, fa vedere la condizione del mondo prima che Lui agisca. La prima cosa che Dio fa è sempre farci vedere la condizione iniziale e la ILLUMINA.

 E DIO vide che la luce era buona; e DIO separò la luce dalle tenebre.

Al versetto 16 leggiamo che Dio crea due luci: quella per la mattina e quella per la notte. Entrambe create, volute, per illuminare. La luce è fondamentale per la nostra vita e quando Dio ci chiama ad ESSERE LUCE, ci sta dicendo che quello che è alle tue spalle, il passato, per Lui non conta più. Tutto quello che è dietro, quello che è successo è CANCELLATO: Dio non fa come l’uomo che, ogni tanto, tira fuori le cose vecchie. Perché lo fa? Lo fa per farci entrare in un nuovo scopo.

Quando incontriamo Gesù, il Re dei re, tutto diventa VISIBILE, anche le cose che ci sembravano normali e che avevano determinato il nostro cammino fino a quel momento.

Io e te abbiamo lo Spirito Santo dimorante in noi: ecco, la nostra vita nuova parte da una decisione, ma è ogni giorno devi scegliere di servire il Signore, lavorando per lo scopo che Lui ha preparato per la nostra vita. Ogni giorno, in questo modo, abbiamo la possibilità di rendere felice o rattristare lo Spirito Santo. Quando agisci per la carne, lo stai rattristando.

Giacomo 4:4-5 ci è di grande incoraggiamento

Adulteri e adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5 Pensate che la Scrittura dica invano: «Lo Spirito che abita in noi ci brama fino alla gelosia»?

Perché la Bibbia dice che lo Spirito Santo ci brama fino alla gelosia?

Se vuoi fare felice lo Spirito Santo, devi mettere da parte le cose che sono del mondo ed il nostro compito di credenti è compiere lo scopo ben preciso in cui dobbiamo, anzitutto, entrare.

Ciascuno di noi porta avanti la propria vita quotidiana, ma le cose che fai nella vita non sono lo scopo di Dio: esso ha a che fare con la scelta che il Signore regni in noi ogni giorno. Le cose che facciamo qui in chiesa, il nostro servizio diventa allora una conseguenza di questa scelta. Spesso pensiamo allo scopo di Dio in senso pratico e ci leghiamo o ci sentiamo legati a qualcosa di pratico che facciamo, ma la verità è che c’è di più! Sai che tu puoi imporre le mani agli infermi per farli guarire?

Matteo 5:13-14 ci riporta parole molto note di Gesù ed è Lui che dobbiamo portare nel mondo: la Sua Luce!

«Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore? A null’altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini. 14 Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta.

Non sei tu che devi fare le cose. Io e te non brilliamo di luce propria, siamo luce, ma la luce non viene da noi ma da ciò che è dentro di noi! Lo Spirito Santo è come la corrente elettrica che, in noi, accende la Luce di Dio!

Lo spirito di questo mondo cerca di screditare Dio, ma noi come credenti abbiamo il compito di essere LUCE.

Il passo parla anche di sale. La versione Amplified ci permette di comprendere che il sale ha a che fare con il proposito. Il sale, mangiato da solo non è buono da mangiare, ma condiziona sempre il cibo a cui è aggiunto. In Toscana, ciò che è senza sale si dice “sciocco”, perché in effetti la sapidità ha a che fare con il sapere (si dice “aver sale in zucca…”) Ecco, se siamo il sale, siamo coloro che sanno come stanno realmente le cose e se non funzioniamo da sale, diventiamo sciocchi, insipidi. Non è difficile diventare insipidi, come quelli che frequentano la chiesa, ma vivono la propria vita indipendentemente dalla guida di Dio.

La Parola, in un passo molto noto, ci paragona al terreno in cui viene gettato il seme.

Sappiamo anche che il sale ha anche la proprietà di rendere sterile un terreno, seccando le radici. In questo, la Parola di Dio ci vuole molto accorti: se gettiamo sale su radici ancora giovani, queste seccano.

Essere il sale della terra è una responsabilità: la nostra conoscenza deve portare amore, rivelazione, non giudizio. La tua conoscenza deve essere utilizzata per portare le persone a Cristo. Prima di essere Luce, siamo sale.

Torniamo allo scopo. Qual è il mio scopo? Ogni credente si è trovato, almeno una volta, a farsi questa domanda. Lo scopo della chiamata non ha a che fare con i ministeri o con i doni che Dio ci dà: lo scopo ha a che fare con il tuo discepolato. Quando Gesù chiama, chiama al discepolato, non ai ministeri.

Lo scopo è essere discepoli, la chiamata di Dio è svergognare con la sua Luce le opere delle tenebre! Il discepolo prega per i malati, evangelizza dovunque vada… Lo scopo non ha a che fare con il servizio che stai svolgendo e per cui magari stai mettendo a frutto dei doni che Dio ti ha dato: il tuo scopo ha a che fare con la Luce di Cristo che sei chiamato a portare nel mondo attorno a te.

Spesso ci facciamo un sacco di domande sul cosa faremo, dove andremo e ci chiediamo in cosa possiamo piacerci di più o piacere di più agli altri, ma la verità è che la tua chiamata non è essere amato da tutti… Molti di noi si ritrovano a predicare nelle case degli amici, sul lavoro ed è questo l’adempimento alla chiamata di Dio. La priorità è che la mia bocca, la mia mente ed il mio cuore possano sempre essere utilizzati per l’avanzamento del Regno di Dio e per annunciare il Vangelo.

La Parola di Dio ci incoraggia ad amarci gli uni gli altri, rimanendo in pace, perché dobbiamo rimanere ancorati al ruolo di “strumento”, di lampadina, perché la Luce è quella di Cristo, non la nostra.

Sapete, quando Gesù predicava e le persone guarivano, non aveva con sé qualcuno che gli suonasse uno strumento per creare la giusta atmosfera. Noi percepiamo la differenza quando un chitarrista comincia a suonare alcuni accordi per sostenere il predicatore ed è bello, ma la potenza di Dio si manifesta anche senza l’atmosfera: quando vai nei posti, la potenza di Dio è con te! È buono essere aiutati, può servire a noi, ma a Dio non serve! La gloria di Dio, invece, ha bisogno della giusta atmosfera.

Noi siamo chiamati a manifestare la Sua potenza, non la Sua Gloria!

Desiderate ardentemente che la potenza di Dio vi accompagni dovunque andiate, perché non siete voi, non siamo io e te a guarire un ammalato, ma è la potenza di Dio!

Alcune volte siamo come scatole. Una scatola, in sé, serve a contenere qualcosa e se anche dentro una scatola ci fosse una luce, finché essa resta chiusa, nessuno la vedrebbe.

La luce non può restare chiusa dentro una scatola.

Il mondo sta attaccando la chiesa ed è questo il tempo in cui dobbiamo tirare fuori la luce dalla scatola in cui l’abbiamo messa. Dobbiamo imparare ad aprirci e fare spandere la luce che è in noi perché essa non è solo per noi! Se apri quella scatola, comprendi che la Luce ha uno scopo molto più esteso!

Quello che riguarda te è troppo più piccolo di quello che Dio vuole fare attraverso di te!

Dio c’è, la Parola viene predicata, ma dobbiamo farla arrivare agli altri!

Abbiamo detto che la luce illumina tutto quello che c’è. Al buio, molte cose non si vedono, ma io e te abbiamo il compito di svergognare le opere delle tenebre illuminando posti in cui nessuno mai porterà luce.

Abbiamo detto che l’atmosfera serve per manifestare la Gloria e se io aggiungo ad un suonatore di chitarra una voce e a questi un altro strumento… l’atmosfera diventa sempre più palpabile…ma ve lo ricordo ancora una volta: Dio non ha bisogno di questo per manifestare la Sua potenza. La musica l’ha creata Dio affinché avessimo più facilità ad entrare alla Sua presenza, ma è quando i cuori sono disposti che l’atmosfera cambia davvero. Dio non ha bisogno di musica, ma ha bisogno di te, del tuo cuore ben disposto per manifestare il Suo Regno.

Se cantiamo insieme parole come queste:

tutto è chiaro

ed evidente

Gesù vive in me

Gesù vive in me

ora vedo la Tua luce

che risplende in me

riconosciamo che l’atmosfera cambia. Si, ma c’è ancora di più… perché non è la musica, non sono queste parole, ma è Colui che le ispira a fare la differenza: per questo ti voglio invitare ad aprire la porta allo Spirito Santo, ti voglio invitare ad onoraLo con un canto nuovo perché la Sua presenza è qui!

Questa mattina, voglio invitarti a dire con me queste parole per sigillare nel tuo cuore questa parola:

Signore, io stamattina voglio essere riempito da Te e ti chiedo di andare al di là di quello che penso e che ogni posto in cui andrò possa essere illuminato dalla Tua luce che risplende in me!

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