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Chi è il tuo capo parte 4 #Apostolo Beniamino Cascio

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Chi è il tuo capo parte 4

 

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AVVISO IMPORTANTE:

PER I MESI DI LUGLIO, AGOSTO E SETTEMBRE 2018 NON CI SARANNO CULTI POMERIDIANI E LE CELEBRAZIONI SARANNO SEMPRE ALLE ORE 10.30.

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Questa domenica, abbiamo la gioia di poter pregare per una coppia, Orlando e Dora Aguilar, festeggiano il quarantunesimo anno di matrimonio e allo stesso tempo di presentare una coppia che, a breve, si unirà in matrimonio e così pregare per Giovanni Carollo e Sara Fidilio. Il matrimonio non è un’invenzione umana, ma è qualcosa che viene da Dio e come tale “vince” ciò che viene dal mondo (Ap. Beniamino).

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        Alcune volte, leggendo la Scrittura, non ci soffermiamo su alcune cose che sono dette in modo molto preciso. In Atti, ma anche nelle epistole, si parla di “doni” che siamo chiamati a portare nella vita delle persone e per molte persone che sono ammalate, il dono più grande è la guarigione. Chi sperimenta un bisogno, vede nella risposta divina a quel bisogno il dono più grande e ciascuno di noi è un elargitore dei doni celesti. Il discepolo che si muove porta con sé “l’eredità dei santi”: i doni più preziosi sono portati da chi ha Cristo Gesù dimorante in  sé. Per questo dobbiamo spendere la nostra vita, le nostre forze e la nostra energia per il Regno. Tutto quello per cui potremmo affannarci, ci sarà sopraggiunto mentre facciamo la volontà di Dio. Questo significa ubbidire al mandato e non essere religiosi!

        Quando Gesù è venuto, aveva uno scopo per il quale ha dato tutto, non risparmiandosi nulla, fino all’ultima goccia del proprio sangue. Così facendo, ha trasmesso la medesima passione a coloro che ha chiamato al servizio. Persone come Matteo Levi, che pur avendo molti beni, pur avendo un lavoro remunerativo (era un esattore delle tasse), vengono riportate allo scopo divino semplicemente quando Gesù “passa” (Matteo 9:9). Come lui, tutti gli altri discepoli hanno ubbidito alla chiamata divina, lasciando tutto per seguire Gesù. La preoccupazione di ciascuno di noi, ovviamente, riguarda proprio questo “lasciare tutto” e le conseguenze sulla nostra quotidianità. Ma a quelli che, al tempo di Gesù, avevano davvero lasciato tutto e gliene avevano in qualche modo chiesto conto (“che ne avremo?”) Gesù ha fatto notare che non era mancato loro mai nulla (Matteo 19:27).

        Sapete, io avevo un buon posto di lavoro e quando ho sentito la chiamata di Gesù, l’ho lasciato e da quel momento il Signore ha camminato con me e se non lo avessi seguito non avrei voi, non avrei avuto tutti i giovani a cui ho avuto il privilegio di predicare il Vangelo e non vedrei le folle che verranno qui in mezzo a noi! 

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Vengo all’ultima parte di questo messaggio che ho ricevuto a proposito di Gesù Cristo come “capo”.

Cristo è il capo della chiesa, così come il marito è il capo della moglie, dice la Scrittura e nel dire questo non si parla di differente dignità davanti a Dio, ma di diversità di ruoli da cui discende ordine. Tra l’altro, nel Regno di Dio chi vuole essere primo, deve servire tutti: è una logica esattamente ribaltata rispetto a quella del mondo.

Concludiamo questa breve serie di predicazioni ricordando I Corinzi 11:3 che ci dice che il capo di ogni uomo (di ogni marito, se visto nello specifico contesto del passo) è Cristo.

Prendiamo Ebrei 13:17, che ci esorta in questo modo:

        Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio.

Il motivo di questa sottomissione è il vantaggio che discende dal consiglio, dalla guida e dalla cura dei conduttori: questa risposta divina, questo vantaggio che giunge dal Cielo è il motivo ultimo di questa esortazione all’ubbidienza. Il vantaggio arriva solo se sei gioiosamente ubbidiente e sottomesso a colui che ha su di te una specifica responsabilità. Il miglior modo di appellarsi a questa responsabilità è sottomettersi a chi è stata data. I conduttori rendono conto al Signore della funzione di cura che è stata affidata loro.

Efesini 4, dal versetto 5, ci ricorda perché Gesù ha dato i ministeri nella chiesa:

Vi è un unico Signore, un’unica fede, un unico battesimo

Qui, al posto di “Signore” potete anche mettere “capo” a cui corrisponde un’unica fede ed un unico battesimo.

Il verso 8 ci dice:

        Per la qual cosa la Scrittura dice: «Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei doni agli uomini». 9 Or questo: «È salito» che cosa vuol dire se non che prima era pure disceso nelle parti più basse della terra?

Sappiamo che, quando Gesù è sceso agli inferi con i peccati di tutto il mondo, non è stato trovato in Lui alcun peccato, alcun inganno, ma solo verità.  Trovato giusto ed innocente, è risalito e passando ha preso tutti quelli che erano nel “seno d’Abramo” portandoli con sé in Cielo. Tutte queste persone, in quel momento, hanno ricevuto la notizia che tutto era stato compiuto!

E quelli che erano sulla terra? Per loro, Gesù ha dato dei doni

Colui che è disceso è lo stesso che è anche salito al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo, 13 finché giungiamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo, 14 affinché non siamo più bambini, sballottati e trasportati da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per la loro astuzia, mediante gli inganni dell’errore,

        Sono cinque, come le dita della mano e possiamo anche considerarli partendo dal mignolo: il dottore che è quello che **.

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Infine il pollice, che dà la forza dell’unità, della paternità e della guida alla chiesa che ne riceve sicurezza. Ecco perché è importante che gli apostoli possano viaggiare per le chiese, andare dovunque sia ci sia bisogno di portare da parte di Dio unità, paternità, sicurezza.

Al verso 12 scopriamo che i ministeri sono dati per il “perfezionamento dei santi”! Io e te siamo chiamati ad essere collaboratori del ministero. I ministeri portano la rivelazione di Cristo e dove c’è un ministero si vede: se c’è una chiamata si vede!

Se c’è una chiamata nella tua vita, sarà il tuo pastore a riconoscerla e invitarti a portarla avanti.

È importante dire sempre la verità alle persone, ma sempre con amore. Saulo era carico di zelo per un Dio che non conosceva e quando Gesù lo incontra e gli chiede conto della persecuzione, la prima cosa che accade è che Saulo lo chiama “Signore”, riconoscendolo come il proprio capo. Saulo, che era presente quando era stato lapidato Stefano, vive il travaglio di quel cambiamento.

La chiesa cresce quando circola la verità, non le mezze verità, né certe pietose bugie, ma la verità detta con amore che ti fa scoprire quale è la tua parte nel Corpo di Cristo:

ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. 16 Dal quale tutto il corpo ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l’edificazione di se stesso nell’amore.

Apocalisse 3.21 ci ricorda che Gesù, che ha delegato l’autorità alla chiesa che la esercita attraverso i ministeri, è seduto sul Suo trono.

A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono.

Qual è la vittoria di cui si parla? La nostra fede! (I Giovanni 5:4)

Se metti in funzione la tua fede, siedi sul trono con gesù.

In Luca 19:16-19 leggiamo:

        Allora si fece avanti il primo e disse: “Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine”; 17 ed egli disse: “Bene, servo buono, poiché sei stato fedele in cosa minima, ricevi il governo su dieci città”. 18 Venne poi il secondo, dicendo: “Signore, la tua mina ha fruttato altre cinque mine”; 19 ed egli disse anche a costui: “Tu pure sii capo di cinque città”.

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Redazione a cura di Fabio Pecoraro

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