L’onore è sempre ricompensato – Pastore Giovanni Di Sano

L’onore è sempre ricompensato – Pastore Giovanni Di Sano

PDG PRATO WORHIP SERVICE 15 NOVEMBRE 2020

Pastore Giovanni Di Sano

AVVISI: WINTER CAMP: ISCRIZIONI ANCORA APERTE – INTERCESSIONE DEL MERCOLEDÌ ANTICIPATA ALLE ORE 20.00 – GRACE LAB FINO A NUOVA COMUNICAZIONE TUTTI ON LINE – CULTO DEL SABATO (GRACE PARTY) E DOMENICA IN PRESENZA – SABATO 5 DICEMBRE ORE 16.00 SECONDO APPUNTAMENTO IN CHIESA DEL “THE CON ME IN DA HAOUSE” ATTENZIONE AGLI SPOSTAMENTI CON AUTOCERTIFICAZIONE.

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Nehemia aveva onorato il re Artassese, presso cui si trovava deportato e in forza di quell’onore, quando il re lo vede rattristato, gliene chiede il motivo e ottiene il permesso di tornare a ricostruire le mura. Non tutti lo comprendono e non tutti esultano per quel lasciapassare che Nehemia aveva ottenuto, ma voglio dirvi che coloro che, in un tempo di limitazione, si lasciano coinvolgere a passare da una via che è stata lasciata aperta, rappresentano quel “rimanente” chiamato a sostenere e non giudicare quelli che sono fermati dalla paura. 

Io credo che questo non sia un tempo di stasi, credo che non sia il tempo di restare fermi e fare “meno”, ma al contrario credo sia il tempo di predicare di più, leggere di più la Parola di Dio, pregare di più!

L’onore reso ad Artaserse da Nehemia riceve una ricompensa: permesso e risorse per ricostruire le mura andate in rovina. 

In queste settimane abbiamo parlato del principio dell’onore e continuiamo su questo tema partendo da un versetto che ci spiega cosa deve avvenire prima che Gesù torni. 

Atti 3:19-21  Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore, 20 ed egli mandi Gesù Cristo che è stato predicato prima a voi, 21 che il cielo deve ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio ha parlato per bocca di tutti i suoi santi profeti fin dal principio del mondo.

RESTAURAZIONE DI TUTTE LE COSE: significa tornare al modello di Dio. Tornare al modo in cui Dio ha concepito le cose e tra esse c’è anche l’ONORE. 

Restaurare l’onore significa ricevere rivelazione del modo in cui Dio stesso lo intende.

Dio ha scelto la chiesa per restaurare il principio dell’onore. Il mondo sta perdendo il principio dell’onore. Molto spesso, sacrifichiamo sull’altare della modernità, gesti e modi che significano “onore”, ma che suonano arcaici: proprio perché stiamo perdendo l’importanza del rendere onore.

Onorare significa anche imparare a rispettare le regole che ci sono, assumerci la responsabilità di regolamentare ciò che da noi dipende perché a noi è affidato. Tutti siamo inseriti in un contesto in cui possiamo “scegliere” se onorare o meno qualcuno e da ciò che scegliamo dipendono molte cose. 

L’onore ha origine in Dio e Dio stesso, per primo, onora se stesso e la Sua Parola. Quando tu ed io non onoriamo ciò che diciamo, disonoriamo noi stessi. Quando Dio ti dà una parola, Lui la onora.

Abbiamo, in questo, un modello.

Disonorare  significa trattare qualcosa come se non avesse il valore che ha. 

Ecco, onorare la moglie, il marito, i figli è qualcosa che possiamo comprendere, ma onorare tutti gli altri significa “onorare ciò che Dio ha nel cuore”. La Scrittura ci invita a fare a gara nell’onorarci perché Dio ha messo in ciascuno di noi una parte del Suo carattere. Siamo o non siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio? Lo siamo! Ecco che onorare gli altri ha a che fare con l’onorare Dio.

Che differenza c’è tra onore e amore? Lo vedremo.

Sapete, l’onore non è richiesto: esso è dato. Io posso fare in modo, con il mio comportamento, che qualcuno mi onori, ma non è giusto “chiedere” onore. 

Per onorare una persona, mi devo accorgere del valore che essa esprime. Allo stesso modo, per onorare Dio, devo avere contezza del mondo dello spirito, perché il valore di Dio si percepisce con la mente spirituale e non con quella naturale.

Prendiamo Proverbi 22:4 (ESV) 

The reward for humility and fear of the LORD is riches and honor and life.”. 

Tradotto è: “La ricompensa per l’umiltà e il timore dell’Eterno è la ricchezza, l’onore e la vita”. Non puoi profondamente onorare, se non hai una profonda rivelazione dal cuore: non potrai mai “dare” onore a Dio se esso non nasce dalla profondità del tuo cuore. Rivelazione non è “sapere” una cosa, ma averne una certezza radicata saldamente nel cuore. 

Nessuno può onorare per imposizione: puoi tenere un comportamento, ma esso non ti porterà alcuna ricompensa!

Prendiamo Matteo 10:40-42

“Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. 41 Chi riceve un profeta nel nome di un profeta, riceverà un premio da profeta; e chi riceve un giusto nel nome di un giusto, riceverà un premio da giusto. 42 E chiunque darà da bere anche un solo bicchiere d’acqua fredda a uno di questi piccoli nel nome di un discepolo, in verità vi dico, che egli non perderà affatto il suo premio”.

Gesù, in questo passo, insegna a vivere nel principio dell’onore a tutti i livelli, dal profeta ai “piccoli”.

Gesù parla anche di ricompensa: se fai qualcosa per Dio, non ti aspettare di riceverla però da qualcun altro, perché darà Dio stesso a ricompensarti.

Chiedere una ricompensa non è sbagliato: è legale, è giusto chiedere che Dio ci onori, ma sappi che il valore della ricompensa che ricevi è in linea diretta legato a quanto tu hai rivelazione ed onori Dio. Del resto, se non fosse Dio a metterci qualcosa nelle mani, con cosa potremmo essere noi stessi di benedizione per gli altri? Finche resteremo fermi nel chiedere la benedizione per la nostra casa, riceveremo solo quello e non quella grazia sovrabbondante che Dio brama di darci, affinché la traffichiamo!

Ma non abbiamo sempre detto che Dio ama tutti?

Prendiamo Luca 18:29-30 (vers. Vangelo della Gioia) 

E Gesù replicò: «Vi assicuro che chiunque ha fatto come voi e ha lasciato casa, moglie, fratelli, genitori e figli per amore del Regno di Dio, sarà ricompensato molto di più in questa vita, e riceverà la vita eterna nel mondo che verrà».”


2 Giovanni 8Fate attenzione a non perdere il frutto delle cose compiute, ma fate in modo di riceverne una piena ricompensa.”.

Se c’è una piena ricompensa, vuol dire che c’è anche quella non piena: vogliamo accontentarci o vogliamo la “piena ricompensa”. 

C’è un frutto delle cose già compiute e per riceverlo ci vuole solo la fede! Cose che sono lì e non dobbiamo fare altro che prendere!

L’onore va, per primo, a Dio. 

Matteo 6:9Voi dunque pregate in questa maniera: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.”.

In greco, “santificato” significa anche “onorato”. Prima di andare a Dio con la lista di richieste, dobbiamo “percepirLo” in maniera spirituale, celebrando il Suo nome per percepirne il valore. Altrimenti, la tua lista di richieste avrà più valore di Dio stesso. 

Come genitori, siamo interessati ai loro bisogni, ma quanto è bello essere considerati da loro per quello che siamo, non solo per ciò che possiamo fare per loro. Ed è una cosa che si impartisce con l’esempio: non puoi chiedere di essere onorato, ma devi far vedere che tu stesso onori.
Se non c’è una percezione spirituale, non religiosa, di Dio, non puoi onorarLo. Dio non vuole dei robot che recitano preghiere, ma vuole avere una relazione d’amore con noi. 

Questo fa parte del cercare prima il Re del Regno e poi le cose del Regno. Se ami il Re del Regno, farai quello che ti dice.

A Nazzaret, poiché non hanno percepito spiritualmente il valore di Gesù, La Sua unzione, vendendo solo il figlio del falegname, Egli non ha “potuto” fare quello che “avrebbe voluto” fare. 

Leggiamo questo in  Marco 6:4-5 

Ma Gesù disse loro: «Nessun profeta è disonorato, se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa sua». 5 E non potè fare lì alcuna opera potente, salvo che guarire pochi infermi, imponendo loro le mani.”.
Fratelli, alcune volte non manchiamo in preghiera, fede o amore verso Dio, manchiamo di “onore”: vale a dire non Lo consideriamo la fonte primaria per imparare come vivere. 

Certamente, ci viene più semplice onorare Dio che onorare chi sta lavorando per Dio. Noi sappiamo chi fosse Gesù, ma a Nazzaret avevano familiarità con Lui e la Sua famiglia e non videro Dio nell’uomo che era stato mandato loro. 

Se onori l’uomo che Dio ti ha mandato, allora ricevi dal manto che Dio ha messo sulla sua vita. 

Solo uno deve essere adorato ed è Dio, ma quando onoriamo gli uomini che Dio ci ha messo nella vita onoriamo Dio e quando li disonoriamo, stiamo disonorando Dio. 

Quando tu chiamo tuo padre per nome, lo ricevi in un modo, quando lo chiami “papà”, lo ricevi come padre. 

Sono invidioso del coraggio di quelli che giudicano i ministri di Dio: io, nel dubbio, non proferisco mai parole contro persone che parlano da ministri di Dio, perché mi potrei trovare ad aver giudicato Dio stesso!

Tu ti potresti trovare sotto un ministro non perfetto, ma la tua perfezione nell’onorarlo ti proteggerà! L’esempio perfetto è quello di Davide e Saul. Davide non ha alzato mai la mano contro il re in carica che pure lo stava perseguitando. 

La famiglia sacerdotale di Eli peccava davanti a Dio. Dio gli aveva promesso una stabilità in perpetuo, ma poi la mancanza di riprensione verso i figli che stavano disonorando Dio, il proponimento cambia. Dio continua ad amare Eli, ma a causa del suo disonore non può più garantire ciò che gli aveva promesso. L’amore è incondizionato e va dato a tutti, l’onore non è incondizionato.  Eli non aveva peccato, ma aveva permesso ai figli di disonorare Dio. 

Leggiamo da 1Samuele 2:30 

Perciò così dice l’Eterno, il DIO d’Israele: Io avevo dichiarato che la tua casa e la casa di tuo padre avrebbero sempre camminato davanti a me; ma ora l’Eterno dice: Lungi da me tal cosa; poiché io onoro quelli che mi onorano ma quelli che mi disprezzano saranno pure disprezzati.”

Torniamo a Davide e Saul e scopriamo che Dio, pur continuando ad amare Saul, risponde all’agire stolto del re. Un agire che ci parla di disonore. 

1Samuele 13:13-14 “Allora Samuele disse a Saul: «Tu hai agito stoltamente; non hai osservato il comandamento che l’Eterno, il tuo DIO, ti aveva prescritto. L’Eterno infatti avrebbe stabilito il tuo regno su Israele in perpetuo. 14 Ora invece il tuo regno non durerà. L’Eterno si è cercato un uomo secondo il suo cuore, e l’Eterno lo ha stabilito principe del suo popolo, perché tu non hai osservato ciò che l’Eterno ti aveva comandato”.
Ci avviamo alla conclusione con
Isaia 38:1-3 1

“In quel tempo Ezechia si ammalò mortalmente. Il profeta Isaia, figlio di Amots, si recò da lui e gli disse: «Così parla l’Eterno: Metti in ordine la tua casa, perché morirai e non guarirai». 2 Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò l’Eterno: 3 «Ti supplico, o Eterno, ricordati come ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho fatto ciò che è bene ai tuoi occhi». Poi Ezechia diede in un gran pianto.”


La condizione di Ezechia era una condanna a morte e questo gli conferma il profeta Isaia quando va a dirgli di mettere a posto le cose. Ezechia allora si rivolge all’Eterno ricordandoGli la propria condotta. Troviamo la storia di Ezechia in 2 RE 18, dal verso 1: un re che sale al trono a venticinque anni e che per prima cosa si ribella a re di Assiria, combattendo anche con i filistei. La Bibbia ci parla della fiducia totale che egli aveva riposto nell’Eterno.

2Re 18 1 Nel terzo anno di Hosea, figlio di Elah, re d’Israele, iniziò a regnare Ezechia, figlio di Achaz, re di Giuda. 2 Aveva venticinque anni quando iniziò a regnare, e regnò ventinove anni a Gerusalemme”.

2Re 18:5-6 “Egli ripose la sua fiducia nell’Eterno, il DIO d’Israele; e dopo di lui, fra tutti i re di Giuda, non ci fu alcuno come lui, né alcuno tra quelli che erano stati prima di lui. 6 Rimase attaccato all’Eterno, non cessò di seguirlo e osservò i comandamenti che l’Eterno aveva prescritto a Mosè

Ezechia non fa solo questo, ristabilisce l’ordine sacerdotale e il culto secondo il modello di Davide, rimettendo a servizio tutti i leviti secondo le proprie classi. Dio concede a Ezechia una serie di vittorie e dopo circa quattordici anni riceve notizia dal profeta Isaia della malattia che lo voleva portato a morte. Il re, in quel momento, cerca subito Dio. 

Ma non era proprio Dio ad avergli detto, attraverso il profeta, cosa sarebbe successo?

Ezechia non chiede di essere guarito, non chiede di allungare gli anni della sua vita: la sua richiesta non attiene alla propria vita, ma è una ricordanza dell’onore reso a Dio.

Questa richiesta “piacque” a Dio che gli risponde come leggiamo in Isaia 38:4-6 

“Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Isaia, dicendo: 5 «Va’ e di’ a Ezechia: Così dice l’Eterno, il DIO di Davide, tuo padre: Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quindici anni; 6 libererò te e questa città dalle mani del re di Assiria e proteggerò questa città”. (V. Anche 2Cronache 31:20-21).

La preghiera di Ezechia ci ricorda l’Inter cessione di Mosè per il popolo. In questo passo, invece, non vediamo Dio che si “pente”, ma Lo vediamo mettere alla prova il Re che riceve cose che non aveva neppure chiesto: la ricompensa dell’onore dato.
Un esempio di disonore lo troviamo in 2Samuele 12:7-8 

“Allora Nathan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice l’Eterno, il DIO d’Israele: “Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul. 8 Ti ho dato la casa del tuo signore, ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore e ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda; e se questo era troppo poco, io ti avrei dato molte altre cose.”.
Un esempio di onore in 2 cron 1:6-7 

Là Salomone salì all’altare di bronzo davanti all’Eterno che era alla tenda di convegno, e su di esso offrì mille olocausti. In quella notte, Dio apparve a Salomone e gli disse “chiedi ciò che vuoi che io ti conceda””.

Salomone risponde ricordando di aver ricevuto tutto per grazia, senza aver combattuto, ma chiede “sapienza”. Ancora una volta ci troviamo davanti ad una richiesta che “piace” a Dio. 

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