Life BC – Pastore Giovanni Di Sano
Oratore Pastore Giovanni Di Sano
Predicazione del 14 Giugno 2020
In questo tempo, ricordiamoci che appartenendo ad un altro mondo, ricordiamoci di non restare assoggettati allo spirito di questo mondo che, in qualche modo vuole che restiamo schiacciati da tutto quello che stiamo vivendo. Sapete, negli anni trenta e quaranta, ci sono state persone, come John G. Lake, che sono andate nei lebbrosari e restavano indenni, quindi pur dando a Cesare quel che è di Cesare, non smettiamo di dare a Dio ciò che è Suo e quindi non lasciamo che qualcun altro faccia, al posto nostro, ciò che siamo chiamati a fare come figli di Dio!
Ciò detto, il messaggio che predicherò oggi lavora in me da tanto tempo ed è incentrato sulla nostra “vita prima di Cristo”. È indiscutibile che ciascuno di noi ha – o dovrebbe avere – un prima ed un dopo, più o meno evidente.
Tutto quello che ruota attorno a noi, ha un anno zero: un punto di inizio.
Quando è avvenuto questo anno zero nella nostra vita?
Prendiamo Giovanni 16:5-11. Gesù parla con i discepoli che sono intristiti non tanto per il fatto che Lui sarebbe morto, quanto per il fatto che sarebbero rimasti soli. Ma Gesù lì consola con parole che promettono loro l’arrivo del Consolatore. Il Consolatore, lo sappiamo, è lo Spirito Santo ed è Gesù stesso che ci parla di una delle opere che farà: convincimento. Un convincimento che sta nel fatto che non è lo Spirito Santo che si “accorda” a noi, ma siamo noi che accordiamo le nostre attitudini, i nostri passi, il nostro cuore e tutto quello che è in noi a ciò che Lui vuole!
Non sempre lo facciamo: ma per questo è importante tornare a riflettere su come era la nostra vita “prima”di Cristo.
Ecco, lo Spirito Santo un giorno specifico nella nostra vita ha iniziato a convincerci di peccato, di giustizia e di giudizio.
Quando scriviamo A.C. / D.C., lo slash al centro indica il momento iniziale di qualcosa ed è il momento in cui io e te abbiamo iniziato di conoscere Cristo, quindi la domanda è: siamo nell’AC o nel DC?
Molti di noi hanno giocato a calcio, ma quanti di noi ne hanno fatto una professione? In qualche modo abbiamo scelto di non diventare professionisti del calcio, perché qualcuno forse ci ha scoraggiato, ma la buona notizia è che possiamo essere tutti dei cristiani professionisti e per esserlo non bisogna fermarsi nel cammino, perché nessuno sarà ricordato per come ha iniziato, ma per come ha finito!
Quando si tratta di cambiamenti di vita, non tutti siamo disposti a fare quello che è necessario: il cambiamento di vita inizia quando diciamo si a Dio e no ai nostri pensieri.
Lo “slash” tra prima e dopo Cristo si ripete e va confermato ogni giorno, dichiarando a Dio che è capo e compitore della nostra fede: non una fede di circostanza, che dipende dalle circostanze.
In II Corinzi 3:18 leggiamo proprio di una trasformazione che avviene di gloria in Gloria e nella versione NLV leggiamo “tutti noi, senza alcuna copertura sui nostri volti, mostriamo la brillantezza del Signore come in uno specchio. per tutto il tempo siamo cambiati per assomigliare a Lui, aggiungendo sempre di più della sua splendente grandezza. Questo cambiamento è da parte del Signore che è lo Spirito.
Per tutto il tempo Dio è a lavoro con noi: la crescita deve continuare sempre, non ci sarà momento in cui il nostro conformarci al modello di Gesù possa finire. Come uomini, tendiamo a concepire processi che hanno un inizio ed una fine, ma quando è che Paolo ha potuto dire “ho finito la mia corsa”? Dopo che il Signore glielo ha rivelato e dopo che aveva fatto moltissime cose per Dio. Io e te siamo in un continuo processo di trasformazione in cui Dio stesso vuole portarci da un livello di gloria ad uno successivo.
Sapete, lo Spirito Santo vuole convincere tutti, ma quanti di noi ci lasciamo convincere ogni giorno?
In Efesini 4:17-19 Paolo fa un ritratto del non credente e parla di ignoranza e di indurimento due cuore. Indurire il cuore è spesso una scelta e questo può accadere anche al credente!
Al verso 20, Paolo contrappone a tutto questo modo di ragionare, ciò che abbiamo imparato da Cristo. Io e te possiamo pensare che c’è una parte razionale della mente che va chiusa per dare ascolto al cuore, ma qui si parla del cambiamento di mentalità prodotto dalla Parola di Dio! Un lavaggio del cervello? In effetti, si. Perché il cervello pensa delle cose assurde a motivo dei traumi che possiamo aver subito! Dovremmo essere emozionati quando Dio ci fa il lavaggio del cervello! Perché è un momento di purificazione in cui i Suoi pensieri entrano e prendono il comando in noi!
In Giovanni 5:1-18, leggiamo di un “uomo” (non c’è un nome, ma è descritta la condizione di stallo in cui si trovava la sua vita). Quell’uomo, in cui ciascuno di noi potrebbe identificarsi, era solo, non aveva nessuno che avrebbe potuto dargli una mano e si trovava in un luogo in cui, invece, avrebbe proprio avuto bisogno di qualcuno che lo aiutasse. Alcune volte, la tua vita è ferma, paralizzata, perché hai lasciato che qualcosa nella tua vita prenda il posto del punto di vista di Dio. Ma questa mattina, il Signore ti rivolge la stessa domanda che Gesù rivolge a quell’uomo: “vuoi essere guarito?”.
L’uomo di questo passo era infermo da trentotto anni e Gesù va da lui rivolgendogli una domanda apparentemente strana. La condizione di quell’uomo era di peccato e la domanda di Gesù non riguardava la guarigione fisica, ma la sua disponibilità ad entrare in quel processo che lo avrebbe condotto ad ottenere quella guarigione fisica che tanto attendeva. Ma quell’uomo non coglie subito questo e risponde opponendo a Gesù le proprie difficoltà; al che Gesù taglia corto e gli rivolge un comando a cui quell’uomo ubbidisce alla lettera.
Spesso, Dio ci dà diverse istruzioni, ma noi altrettanto spesso non le seguiamo alla lettera e facciamo solo quello che ci appare più facile o più direttamente produttivo di un qualche beneficio per la nostra vita.
Il giorno della guarigione di quell’uomo era sabato, giorno di riposo in cui non sarebbe stato lecito per quell’uomo portare con s il proprio lettuccio. Quelli che avrebbero dovuto congratularsi con quell’uomo, lo rimproverano e la risposta di quell’uomo è una sorta di “scarica barile” su Gesù che, dopo un poco, lo incontra di nuovo e gli dice: “non peccare mai più affinché non ti accada di peggio”. Quell’uomo non si scandalizza di questa associazione tra l’infermità ed il peccato: perché Gesù ci chiama ad una contemplazione a viso scoperto, senza maschere.
Se proseguiamo nella lettura di questo passo, i farisei cominciano a cercare di uccidere Gesù che, in quel frangente si espone e diventa un nemico pubblico. Ma a Gesù non importa quanto dovrà esporsi per rivolgerti quella domanda: “vuoi essere guarito?” e per dirti “alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina.”. Non solo da seduto ad alzato, ma anche che tu possa camminare…col tuo lettuccio, senza dimenticare cioè da dove sei stato tirato fuori: senza dimenticare il tuo A.C.!
Sicuramente non siamo ancora come dovremmo essere, ma gloria a Dio perché non siamo più come eravamo prima!
Questa mattina sento forte il bisogno di esortare tutta la chiesa a rialzarsi e a riprendere a camminare!
Ma come era la nostra vita prima di Cristo?
Giovanni 17:15-16 parla di una vita tratta fuori dal modo di operare di questo mondo.
Vediamo adesso alcuni passi che ci parlano di come è la nostra vita D.C. Giovanni 13:3 che ci parla di un destino ed un proposito già preparato per noi: in Cristo Gesù scopriamo il motivo per cui siamo sulla terra.
I Giovanni 3:1 che ci parla di IDENTITÀ.
Efesini 4:20-21 ci parla di imparare a conoscere Cristo e quando diciamo “imparare Cristo” stiamo parlando di fare una esperienza con Lui, conoscerLo: non una semplice presentazione. Se, pero, conoscere il solo è vero Gesù Cristo che Dio ha mandato è necessario (Giovanni 17:3), la conoscenza non basta. Abbiamo bisogno di imparare Cristo! Paolo parla agli Efesini ammette do che loro avevano ascoltato Cristo, ma Gesù non era mai stato presso di loro e quindi sta parlando di un ascolto avvenuto attraverso l’ascolto della Parola di Dio! Paolo dà per scontato che Dio avesse parlato loro, ma li esorta a non scoraggiarsi!
In Giovanni 8:43, Gesù rivolge delle parole molto franche ed è come se chiedesse “con chi vi siete identificati?”. Se hai un padre (che non è Dio) in cui ti riconosci, non puoi identificarti con chi si immedesima con un altro Padre, che è Dio!
Con quale sorgente ti accordi? Di chi sei figlio? Perché se si accordato con Dio, parli ed agisci come Dio vorrebbe che tu parlassi ed agissi!
Noi siamo stati ammaestrati non “su” Cristo, ma “in” Cristo e questo sì che è un processo permanente che dura tutta la vita secondo la verità che è in Gesù. Come mai Paolo non dice in Cristo? Perché qui Paolo non parla di una realtà metafisica, ma della verità storica della Sua venuta al mondo, della Sua morte e della Sua resurrezione di cui danno testimonianza perfino molti testimoni oculari non credenti. Gesù non è rimasto nel territorio dello spirito, ma si è presentato a noi come l’IO SONO in carne ed ossa.
Come continua questo processo?
Proseguendo la lettura, in Efesini 4:22-24, scopriamo che c’è qualcosa che dobbiamo fare: spogliarci (SEMPRE, a torto a ragione, se sei gioioso o triste, in qualunque situazione) per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio.
Che ne abbiamo fatto della condotto di prima? Ci siamo davvero spogliati o l’abbiamo tenuta addosso perché ci faceva sentire più protetti dalle circostanze? Dobbiamo applicare ciò che siamo in Cristo Gesù anche se le condizioni esterne non ci aiutano a farlo!
Quando Lincoln abolì la schiavitù in America, le persone di colore erano così abituate alla condizione precedente che continuavano a comportarsi come schiavi. Non c’erano più cartelli che le emarginavano, ma si comportavano come se non fossero ancora libere. Io e te siamo liberi, ma ci comportiamo davvero da persone liberate dal potere di satana? L’unica cosa che satana può ancora fare è ingannarti!
C’è poi un’altra cosa:essere rinnovati nello spirito della nostra mente. È qualcosa di diverso dal rinnovamento della mente (che ha a che fare con i pensieri). Il rinnovamento dello spirito della nostra mente ha a che fare con la sorgente dei pensieri. La sorgente deve essere rinnovata!
Se non facciamo davvero questo e non ci rivestiamo del nuovo uomo creato secondo Dio nella giustizia e santità della Verità, stiamo solo giocando a fare la chiesa ed io non ci sto! Dobbiamo smetterla di risuscitare il vecchio uomo e dobbiamo perché il nuovo me non è una versione risistemata e ripulita del vecchio me, ma una nuova creazione! Le cose vecchie sono passate e quando andiamo a Dio con il nostro vecchio uomo, Dio come fa a riconoscerci?
Chiediamo a Dio di aiutarci a spogliarci del vecchio uomo, chiediamo a Dio di bruciare i vestiti di cui ci siamo spogliati!
Filippesi 2:12-13 ci ricorda chi è Dio per noi. Lo Spirito di Dio ci dà armi che non potremmo altrimenti avere per spogliarci dell’uomo vecchio, perché non è facile farlo, m ala responsabilità di usarle è nostra. Lui viene a convincerci, ma la responsabilità di farci convincere è nostra!
Non è più tempo di perdere tempo con i nostri “secondo me…”.