Lo riconoscerete voi? #Pastore Giovanni Di Sano
AVVISI:
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14-16 dicembre 2018: Conferenza nazionale PDG (con John e Lisa Bevere)
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Questa mattina, il rappresentante di Compassion – che la nostra chiesa sostiene come collettività e con l’impegno dei singoli – ci parla dell’importanza del sostegno dei bambini, lo fa parlando di “grazia” e nel farlo ricorda del momento, recente, in cui è mancato suo padre. Ci piace riportare queste parole:
“…la fede non ti esenta dal dolore o dalla tristezza, non sei esentato dal pianto o dai momenti di sofferenza, ma sei esentato dalla disperazione…”.
Compassion, mossa dalla fede delle persone che la sostengono, diffonde speranza e così facendo cambia il corso della storia di molte persone.
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L’uomo è stato creato per ricevere “indicazioni”. Non credete di poter fare tutto in autonomia. In qualche modo “dipendiamo” da qualcosa che parli al nostro cuore e in questo non c’è niente di male: non c’è niente di male nel cercare di stare bene! Dio sa esattamente come farci stare bene, perché ci ha creato Lui, ma ciò a cui dobbiamo permettere di parlarci deve essere qualcosa che viene da Lui!
Alcune volte, attraversiamo momenti di depressione proprio perché non stiamo permettendo alla Parola di parlarci.
Se non segui la Parola di Dio, anche se credi di essere libero di fare quello che ti pare, in realtà, sei libero di fare quello che il mondo ti sta imponendo, direttamente o indirettamente.
C’è un tipo di vita che Dio ha progettato per noi e in quel tipo di vitya noi funzioniamo perfettamente perché siamo perfettamente identificati con ciò che Lui ci ha chiamato a fare.
In questo modo, noi “incarniamo” la Sua Parola. Come fa la Parola a diventare carne? Gesù era talmente identificato con la Parola che l’ascolto e l’ubbidienza della Parola erano un qualcosa di continuo: senza alcun se o alcun ma. Tra l’ascolto del comando di perdonare e il mettere in pratica tale comando, non passava, per Gesù, nemmeno un attimo. Questo vuol dire che la Parola si fa carne: una Parola che appena ricevuta diventa immediatamente azione! Quanti sono disposti ad ubbidire alla Parola di Dio? Attenzione a rispondere “io!”, perché Dio potrebbe chiedervi di “attuare” quello che vi ha chiesto di fare.
Guardando il video di Compassion, ho compreso che la speranza che noi abbiamo è un dono che dobbiamo proteggere. Abbiamo ricevuto Gesù, la speranza è nata, ma dobbiamo proteggerla: perché essa servirà per uscire da tutte le circostanze negative che potremo affrontare!
Io e te siamo il “residuo”, il rimanente che Dio ha stabilito in questa generazione per portare avanti il suo risveglio. Con il “residuo” Dio lascia accesa la speranza ed essa ci dà la certezza che la vittoria appartiene a Dio Padre!
È molto bello riunirci per ascoltare la Parola, ma non basta riceverla. Ascoltare la Parola della domenica è importante, ma andando oltre Dio avrà più ingredienti con cui lavorare nella nostra vita.
Molti dicono di essere “evangelici”, alcuni si identificano come “pentecostali”, ma a me piace dirmi “cristiano”. Su quello che non siamo abbiamo chiarezza, ma sul fatto di essere figli di Dio, alla ricerca della perfetta identificazione con Gesù, abbiamo abbastanza chiarezza?
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Voglio ubbidire a quello che lo Spirito Santo mi ha chiesto di fare celebrando la fede pratica che Dio ha messo nella vita delle mamme che stanno seminando nella vita dei propri figli, andando al di là di ogni fatica, perché sono un esempio per le future generazioni: un esempio di fede in azione in maniera pratica. Questi bimbi che loro stanno crescendo serviranno nel Regno di Dio e porteranno avanti il messaggio del Vangelo in Europa e nel mondo!
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Di chi siamo fan? Nel mondo, molti in questo momento sono fan di CR. Cosa fa un fan? Si compra la maglia, per far capire chi è il modello.
Ecco: se il tuo modello è Cristo Gesù, devi anzitutto conoscerLo per poterLo seguire. Quando hai chiarezza di chi vuoi seguire, allora hai altrettanta chiarezza di chi o cosa non vuoi più seguire.
Molti combattono per questo e rimangono bloccati, ma se hai un modello la prima cosa da fare è cercare di essere perfettamente identificato con Gesù. C’è un grado di perfezione che dobbiamo cercare e raggiungere e la prima cosa da fare, in effetti, è togliere dal posto in cui li abbiamo messi gli altri modelli che abbiamo avuto.
Forse non è semplice riuscire ad essere ciò che Dio vuole che tu sia, ma è una condizione che porta con sé una benedizione talmente larga che arriva a tutti quelli che hai attorno.
Cosa ti impedisce di essere ciò che Dio ci ha chiamati ad essere?
Giosuè, al capitolo 4, dal verso 20 ci dice:
Quelle dodici pietre che avevano prese dal Giordano, Giosuè le eresse in Ghilgal. 21 Poi parlò ai figli d’Israele e disse loro: «Quando in futuro i vostri figli domanderanno ai loro padri dicendo: “Che cosa sono queste pietre?”,
Qui vediamo che Giosuè guarda alla generazione che lo avrebbe succeduto. Quando devi pensare al tuo servizio, pensa a ciò che c’è dietro alla tua risposta! Dietro la mia risposta non c’è solo la mia vita: quando dici “manda me”, Dio sta benedicendo le persone accanto a te e dopo di te!
Quando non siamo concentrati solo su noi stessi, stiamo permettendo a Dio di “allargare la nostra visione”. Comincia ad avere una visione differente della tua vita perché qualunque cosa tu stia attraversando, ha una data di scadenza!
Io credo che Gesù abbia vinto la morte togliendo da noi la paura della morte: per questo so che rincontrerò mio padre, di cui sento la mancanza, perché so che lui è in un altro posto. Questa è la speranza, la certezza che solo Dio può dare!
Torniamo al passo di Giosuè 4, dal verso 22:
voi farete sapere ai vostri figli, dicendo: “Israele ha attraversato questo Giordano all’asciutto,
Le pietre non parlano da sole: un miracolo va testimoniato perché la gloria di Dio che ha operato possa tornare all’origine. Per questo raccontiamo di come Dio ha operato in nostro favore.
v. 23 perché l’Eterno, il vostro DIO, prosciugò le acque del Giordano davanti a voi finché foste passati, come l’Eterno, il vostro Dio, fece al Mar Rosso, che prosciugò davanti a noi finché fummo passati,
Il passo non parla di un miracolo già fatto, ma di qualcosa di nuovo che avverrà “come… al mar rosso”.
v. 24 perché tutti i popoli della terra riconoscano che la mano dell’Eterno è potente, e voi temiate sempre l’Eterno, il vostro DIO”».
la fedeltà di Dio è in ogni stagione: ogni giorno ha una manifestazione specifica della fedeltà di Dio.
Isaia 43:19:
ECCO, IO FACCIO UNA COSA NUOVA; ESSA GERMOGLIERÀ; NON LA RICONOSCERETE VOI? SÌ, APRIRÒ UNA STRADA NEL DESERTO, FARÒ SCORRERE FIUMI NELLA SOLITUDINE.
Per favore, se avete voglia di applaudire a Dio che sta facendo una cosa nuova nella vostra vita, fatelo!
Riusciremo a percepire il movimento di Dio nella nostra vita? Non parla di qualcosa da vedere, ma di qualcosa che germoglierà. Il passo parla di qualcosa che Dio sta facendo e che deve germogliare e pone una domanda: la percepiremo? Dio ci domanda se stiamo avendo la sensazione della cosa nuova che sta facendo e ci dice anche dove la sta facendo: nel deserto. La strada sarà aperta nel deserto perché solo nel deserto si vede che è Dio ad operare. Per percepire la cosa nuova dobbiamo passare per il deserto ed è ovvio che nessuno vuole passare per il deserto, ma in natura – in effetti – è così!
Nel naturale, è così! Un albero non viene fuori in un giorno!
In Ebrei 6:1 – sono passati circa settecento anni dal passo di Isaia – leggiamo:
Perciò, lasciando l’insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio,
Quando si parla di qualcosa di “nuovo” dobbiamo fare attenzione a cosa esattamente stiamo volendo. Perché se vi parlo di Battisti, tutti pensate alla “canzone del sole”, ma se vi chiedo quanti conoscono l’ultimo suo album del ’94, pochi lo conoscono. Questo per dire che siamo spesso legati alle cose del passato, bloccati in cose che nel tempo passato sono accadute… Il nostro cervello costruisce delle grosse autostrade per ricordarsi di fare la stessa strada nel minor sforzo possibile… Ecco perché ci sono cose che non vorresti fare, ma le fai ugualmente: perché sono vie brevi, ma puoi chiedere a Dio di rompere quelle autostrade!
Vogliamo le cose nuove, ma in realtà il nostro cervello vuole portarci rapidamente nella zona di comfort. Il nostro cervello desidera imparare alcune cose perché diventino abitudine, vie brevi. Ecco, se inizi a pregare, anche quella diventerà una abitudine…
Isaia era chiamato il profeta dall’occhio di aquila perché diceva al popolo rivelazioni per situazioni che il popolo avrebbe poi affrontato. Isaia stava parlando al popolo perché sapeva che il popolo si sarebbe allontanato da Dio per dedicarsi agli idoli e sarebbe finito in cattività. Isaia stava parlando loro di un tempo in cui si sarebbero allontanati dal proposito che Dio aveva per loro: la terra promessa ha a a che fare con il luogo in cui c’è il proposito di Dio per la tua vita. Dio non benedice te, ma il proposito che ha messo dentro di te. Gesù era provveduto perché era perfettamente nel proposito di Dio. Il proposito di Dio per te non riguarda il tuo essere qui in chiesa: qui vieni ad imparare, ma il tuo proposito riguarda quello che Dio ti ha chiamato ad essere fuori da qui. Qui ci potrebbero essere padri o madri il cui proposito riguarda la cura e l’insegnamento di figli che porteranno il risveglio nella generazione futura.
Con Ebrei 6:1, la Scrittura parla ad un popolo bloccato in ciò che di vecchio c’era nel loro passato. Per questo lo scrittore parla di abbandonare il modo vecchio che avevano imparato. Per ricevere quello che di nuovo Dio sta per fare nella nostra vita. In altre parole, il passo parla di un modo nuovo per andare alla presenza di Dio, un modo che il popolo ebraico non conosceva ancora.
Certe barriere, in Cristo Gesù, sono state tolte. I miei fallimenti, le mie colpe non possono più bloccare il mio andare a Dio, ma può farlo la mia incredulità.
Torniamo ad Isaia 43, dal verso 15 al verso 18.
Io sono l’Eterno, il vostro Santo, il creatore d’Israele, il vostro re». 16 Così dice l’Eterno che aperse una strada nel mare e un sentiero fra le acque potenti, 17 che fece uscire carri, cavalli e un esercito potente; essi giacciono tutti insieme e non si rialzeranno più; sono annientati, spenti come un lucignolo. 18 «Non ricordate più le cose passate, non considerate più le cose antiche.
Spesso siamo convinti che le cose che il nemico ha fatto nella nostra vita ci stiano ancora bloccando, ma la Scrittura è chiara e ci esorta a non ricordare più queste cose.
Forse le cose che ci bloccano non sono più quelle che il nemico ha fatto, ma quelle che Dio ha fatto: perché ci aspettiamo che Dio faccia le stesse identiche cose, ma Dio ci dice di ricordare quello che Dio ha fatto, ma di aspettarci che Lui intervenga ancora, ma in un modo nuovo. Ricorda che Dio ha agito, ma dimentica il modo in cui ha agito. Forse tu hai visto un malato guarire istantaneamente, perché Dio ha agito e per questo ti aspetti una replica, ma Dio non replica: fa cose nuove e la Parola ci chiede se riusciremo a percepirle! Alcune volte ci perdiamo la benedizione perché siamo incastrati in cose che abbiamo visto fare a Dio e ci aspettiamo che Dio le faccia e le faccia allo stesso identico modo. La nostra fede è che Lui agirà, ma la nostra ubbidienza è lasciare che sia Lui a decidere come e quando agire.
Non siamo legati ad un modo di operare, ma ad una sorgente: Dio può fare ogni cosa, non è vincolato da alcuna modalità! Il meglio per noi deve ancora venire e se sei bloccato nelle cose che hai visto, stai contraddicendo quello che Dio stesso dice quando, per bocca del profeta, annuncia l’arrivo di qualcosa di nuovo. La sfida è nel riconoscerla questa novità.
La novità, abbiamo detto, scaturisce nel luogo di deserto. In altre parole, Dio non ti fa passare oltre il deserto, ma te lo farà attraversare facendoti vivere qualcosa di straordinario lì dove ti trovi. “Farò una strada dove non c’è…”.