Fede crescente #Apostolo Beniamino Cascio
AVVISI:
Venerdì 12 e Sabato 13 ottobre: CORSO PER I MONITORI
Domenica 14 ottobre: Special Speaker, Past. Luigi La Torre
14-16 dicembre 2018: Conferenza nazionale PDG (con John e Lisa Bevere)
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Quando il Signore opera, dobbiamo rimanere fermi in una posizione di fede e crescere nella fede. Abbiamo ascoltato una testimonianza di guarigione attestata da un esame diagnostico in cui, in un primo tempo e prima di ricevere la Parola più in profondità, la persona ha continuato ad avvertire i sintomi della malattia che Dio aveva già guarito. Del resto, la risposta alla preghiera di Daniele è arrivata con la rivelazione ed è lì che Daniele scopre che la risposta era arrivata fin dal principio.
Quando abbiamo ricevuto il dono della fede?
Quando siamo nati di nuovo. Quando siamo diventati nuove creature nel Regno spirituale. Anche i discepoli che erano con Gesù hanno chiesto che la loro fede venisse accresciuta e lo leggiamo in Luca 17, dal verso 3
State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca contro di te, riprendilo; e se si pente, perdonagli.
L’esordio di questo passo ci ricorda che dobbiamo stare attenti a noi stessi, non agli altri e nel prosieguo della lettura non possiamo non notare che per perdonare una persona sette volte al giorno dobbiamo non averla allontanata da noi! Ecco, Gesù parla di un perdono da esercitare sette volte al giorno (in Matteo, si parla di “settanta volte sette”).
E se anche peccasse sette volte al giorno contro di te, e sette volte al giorno ritorna a te, dicendo: “Mi pento”, perdonagli».
A queste parole, i discepoli non possono riconoscere che quello di cui Gesù stava parlando – quella potenza di perdono che, in Lui, abbiamo e possiamo esercitare – era qualcosa che ancora non avevano colto a pieno e cosa fanno? Come reagiscono? Cosa chiedono a Gesù in quel momento?
Allora gli apostoli dissero al Signore: «Accresci a noi la fede».
Gesù approfitta di questa richiesta per spiegare che la fede, piccola, grande, provata o no, non sarà mai “fragile”, non sarà mai “debole”.
E il Signore disse: «Se aveste tanta fede quanto un granel di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e trapiantati in mare”, ed esso vi ubbidirebbe.
Questa mattina, vorrei che riconosceste che abbiamo in noi questa fede, la fede di Dio nel parlare la Parola!
Ritroviamo lo stesso episodio in Matteo 18, dal verso 21. Dal racconto di Matteo, scopriamo che era stato Pietro, aprendo il proprio cuore, i propri dubbi, a Gesù, a dare a Gesù l’occasione di parlare della fede. Questo ci fa comprendere l’importanza di “discutere” con Gesù, come faceva Pietro. Non abbiate timore di discutere con il Signore, portate a Lui le vostre amarezze. A me è capitato, all’inizio del mio servizio al Signore, di portare a Dio delle amarezze che avevo maturato per cose che erano successe in occasione del mio servizio, ho conteso, ho litigato e quando finalmente mi ero sfogato, nella pace, Dio mi ha dato una parola, semplice, che mi ha permesso di ricominciare con uno zelo che dura tutt’oggi. Mi ha detto “Beniamino, io ti amo…”.
Ne avremo di battaglie e di avversità, ma la cosa più importante – la sola cosa importante – è che Dio sia con noi. Cosa dice sempre Dio ai suoi servitori? Dà loro una sicurezza soltanto: la sola che conta. Dice loro “Io sarò con te…”. Lo dice a Giosuè, lo dice ad Isacco (dopo che questi costruisce l’altare…).
Ecco, avremo avversità, persone che si reputano nostri nemici, ma come ha fatto Gesù, possiamo amare anche noi coloro che si reputano nostri nemici. L’unico nemico di Dio e dell’uomo è satana!I nostri nemici non vengono distrutti perché Dio li vuole salvare e quando saranno salvati saranno tuoi fratelli!
Torniamo in Matteo 18, dal verso 21 ed è Pietro che parla.
Allora Pietro, accostatosi, gli disse: «Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?».
La Legge parlava di perdonare fino a sette volte, ma Gesù va oltre la Legge:
Gesù gli disse: «Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Ed è qui che Pietro risponde “Signore, accresci la nostra fede”. Quando si cresce nella fede, si cresce nel perdono, nella misericordia, nella passione e nello zelo nel servire il Signore.
Ci sono sette livelli per crescere nella fede.
Quando dobbiamo “usare” la fede?
Davanti alle scelte e davanti alle confessioni dell’avversario che ci vuole sconfitti (pensiamo all’esercito di Israele davanti alle confessioni di Golia).
Il primo livello è quello della poca fede, delle fede iniziale, limitata dalle circostanze e dai sensi naturali. Di solito, chi è fermo a questo livello di fede “incredula”, pensa di doversi aiutare per essere aiutato da Dio. È la fede di chi vuol sempre vedere e toccare e si fida troppo delle proprie esperienze e delle cose che esse “dimostrano”. La razionalità si fida troppo delle tue forze e delle tue capacità.
Il secondo livello è quello della fede temporanea, che non supera le prove che arrivano. Luca 8:13
Quelli sulla roccia sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la parola con gioia; costoro però non hanno radice, credono per un certo tempo, ma al momento della prova, si tirano indietro.
Non puoi vedere la potenza della fede se essa non viene messa alla prova: la fede provata ti rende approvato.
Terzo livello è quello della fede attiva. In Giacomo 2:14-26 leggiamo una esortazione a credere col cuore e dichiarare con la bocca per combattere e vedere i miracoli. La fede non è teoria, ma pratica. Ci sono persone che vivono sempre le medesime condizioni e spesso questo si deve a scarsa mansuetudine, scarsa propensione a ricevere consiglio ed insegnamento. Chi pensa di sapere tutto, non riesce ad imparare niente.
Quarto livello è quello delle fede forte. È quella che rifiuta la sconfitta e sempre crede nella vittoria. Pensiamo alla donna che si rivolge al giudice iniquo. Ne abbiamo parlato a proposito della preghiera perseverante, ma che fede ha chi prega in modo perseverante se non una fede forte? Domanda: da chi vuoi ottenere giustizia se non da Dio? La fede forte non si arrende mai perché sa di avere la vittoria in Cristo Gesù.
Quinto livello, quello della grande fede che dimostra il centurione (Matteo 8:10). Si tratta della fede a cui basta “solo” una parola da parte di Dio.
Sesto livello, quello della fede genuina (non finta). La fede genuina dei bambini.
Paolo ne parla quando parla a Timoteo in questi termini e comprendiamo che c’è una forte componente “generazionale”: che tipo di fede stiamo trasmettendo ai nostri figli?
mentre ricordo la fede non finta che è in te, e che abitò prima in Loide tua nonna ed in Eunice tua madre, e sono persuaso che abita anche in te. (II Timoteo 1:5).
La fede non è un atteggiamento, ma sostanza divina. Noi trasmettiamo quello che abbiamo nel cuore e se davanti alle difficoltà andiamo nell’ansia, stiamo trasmettendo ai nostri figli ansia, ma se viviamo una fede genuina, quella che Timoteo aveva ricevuto dalla madre e dalla nonna, trasmetteremo quella.
Infine, settimo livello, la fede perfetta: assoluta fiducia in Dio di cui è perfetto esempio e modello Gesù. Gesù ha operato con un corpo umano soggetto, in quanto tale, a tutto quello a cui è soggetto il nostro corpo e per questo ha dovuto camminare per fede. Non avrebbe potuto insegnare la fede ai discepoli se non avesse Egli stesso vissuto per fede. In Ebrei 12:2 leggiamo
tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.
Gesù è la fede perfetta, la fede divina e noi dobbiamo tendere a fare le cose come le ha fatte Lui.