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Credenti o discepoli #Apostolo Beniamino Cascio

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Credenti o discepoli

 

Questa mattina vogliamo parlare dell’importanza di essere discepoli pronti all’ubbidienza. Domenica scorsa, abbiamo ricordato l’episodio delle dodici spie e del diverso resoconto che esse avevano fatto di ciò che avevano visto nella terra promessa. Dieci di loro filtrarono quello che avevano visto attraverso le proprie paure e per questo cominciarono a “maledire” se stessi, la propria famiglia e le proprie cose. La lamentela è spesso la via più facile: le folle si lamentano, è facile costruire su mormorii e lamentele, ma così facendo ci si maledice. Vero è che scorreva latte e miele, però… Andando a noi, vero è che l’Italia ha enormi ricchezze naturali e artistiche, però… E giù lamentele e mormorii. Invece che guardare alle promesse di Dio, che non mutano, invece che guardare alla Parola di Dio, guardiamo e adoriamo le debolezze, le cose che non vanno. Quando adori, fai scorrere quello che nel tuo cuore abbonda, ma se nel tuo cuore abbonda la lamentela, la paura, parlerai di queste. Giosuè e Caleb, invece, erano animati da un altro spirito: c’erano i giganti, ma poiché Dio è con noi, essi saranno nostra colazione! Ecco la differenza tra un credente ed un discepolo: il primo conosce le promesse e spera di ricevere qualcosa quando ha bisogno, avvalendosi così del sacrificio di Gesù per sé stesso. Il discepolo, invece, offre sé stesso per il corpo di Cristo. Il credente prende, il discepolo dà! Dà la propria vita in sacrificio per il Signore! Come chiesa, siamo chiamati a “fare discepoli”, non semplici credenti! In Matteo 28:17-20 leggiamo. “E, vedutolo, l’adorarono; alcuni però dubitarono. 18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».” Certamente ci aspettano conflitti è difficoltà, ma l’autorità di Gesù è per noi e possiamo e dobbiamo usarla! Ogni potestà, in Cielo e sulla terra! Gesù, stava dicendo che è Lui a portare la potenza del Cielo sulla terra! Quale è il comando di Gesù? Fare discepoli. Non puoi limitarti ad annunciare la Buona Novella, devi assicurarti che chi la riceve diventi un discepolo! Quando il passo parla di “battesimo”, si parla di portare le persone a morire a sé stesse: morte, seppellimento e resurrezione! Non ci può essere resurrezione senza morte! Il verso 20 ci spiega come si fa a fare discepoli. Insegnando ad osservare tutte le cose che Gesù ci ha comandato. Sembra difficile, ma è per questo che, subito dopo, ci rassicura dicendoci “io sono con voi…”. È un lavoro che non puoi fare senza la guida, la potenza e la rivelazione dello Spirito Santo. Se vuoi vedere e vivere nella gloria, non puoi accontentarti di essere e restare un semplice credente: se hai a disposizione l’unzione dello Spirito Santo, tutte le ricchezze che sono promesse nella Parola di Dio, perché accontentarti?! Se sei, come sei, in un rapporto di patto con Dio, tutto quello che è presso Dio, è a tua disposizione! Il punto importante è quello che, come abbiamo detto, non tutti i credenti sono discepoli. Nicodemo, in Giovanni 3, va di notte a trovare Gesù. Nicodemo credeva in Gesù, amava i Suoi insegnamenti, ma va a trovarlo di notte, perché aveva paura dei giudei! Tutti devono vedere che sei un cristiano, non importa quanto ti costa, perché essere cristiano è parte integrante è fondamentale della tua identità! Quando dici che tutto è diventato nuovo, stai dicendo che è la vita di Cristo che vive in te, quella vita che ha fatto segni prodigi e miracoli e non puoi tenere nascosto tutto questo. Nel racconto che i vangeli fanno delle opere di Gesù, ciascuno di noi può immedesimarsi ed immergersi in quei fatti, ciascuno di noi può immaginare di essere stato presente quando Gesù ha camminato sulle acque o quando ha sfamato la folla moltiplicando il pane e i pesci! Ciascuno di noi, in pratica, può vedersi sé stesso insieme a Gesù! Del resto, Lui ci ha detto che noi, io e te, avremmo fatto le Sue stesse opere! Sfamare le folle, guarire i malati, resuscitare i morti… Gesù lo ha detto ed ogni volta che leggi e mediti la Parola, immergiti nella Parola, nuotaci dentro, se vuoi essere un discepolo. Non restare vicino all’acqua, bagnandoti appena i piedi, entra più in profondità, fino ad immergertici dentro: quando il tuo cuore è preso dalla Parola, cominci a capire quanto sia bello, ma se ancora i tuoi piedi toccano il fondo, sei ancora tu a decidere. Il momento di svolta è quando sei immerso e non tocchi più il fondo e impari a fare “il morto”. Dentro la Parola bisogna stare immersi, immersi facendo il morto, senza paura, perché il Signore ti porterà dove non vorresti, ma lo farà per farti vedere la Sua gloria! Sappiamo che diversi discepoli di Gesù, a motivo della totalità di cuore e di identificazione con Lui che la Sua predicazione richiedeva, lo lasciarono. Quel parlare, spesso, appariva “duro”, sembrava fanatismo, ma se nel mondo, oggi, c’è del fanatismo che porta morte e distruzione, il nostro mandato è di essere portatori di vita: fanatici portatori di vita che si lasciano trasportare dall’acqua del fiume! Ci sono missionari che sono partiti dalle loro case, dai loro averi, lasciando tutto quanto, e sono andati ad evangelizzare nei posti più sperduti del mondo e in quei luoghi, con queste persone, è arrivata la potenza di Dio: con la ubbidienza di uno, è arrivata la potenza ed il risveglio di interi territori! Il risveglio non arriva perché arriva un super uomo o una super donna, il risveglio arriva perché Dio mette le Sua gloria sulla ubbidienza di coloro che rispondono “manda me” alla chiamata di Dio! Lo abbiamo visto domenica scorsa: il profeta sente la domanda che era nel cuore di Dio: “chi manderò?”. La risposta è “eccomi”. Tutti gli eroi della fede hanno pronunciato questa parola: l’ECCOMI, ha a che fare con la maturità. Inizialmente pensi di essere tu a voler fare qualcosa e sei tu a dire a Dio cosa vorresti facesse, ma quando sopraggiunge la maturità, sopraggiunge l’ECCOMI, che sottende ad una arresa a quella che è la Sua volontà. Quando siamo immaturi chiediamo giustizia o vendetta, ma è un errore, perché quando Dio esercita la giustizia comincia, per primo, da chi gliela sta chiedendo. Ogni discepolo è un credente, ma non ogni credente è un discepolo. Un discepolo, dopo aver creduto, offre la propria vita in sacrificio per Cristo Gesù. Vediamo quattro cose del cuore di un discepolo:

1. Giovanni 8:30-32. DIMORARE NELLA PAROLA. Dimorare nella Parola ti fa entrare nel discepolato. Devi essere la casa, il tempio della Parola. Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. 31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

2. Giovanni 13:35. AMARSI GLI UNI GLI ALTRI. Gesù ce lo ha comandato: ci ha comandato di usare quella energia che muove tutto l’universo. Per amore, Dio ha mandato Suo figlio. L’amore è la somma energia dell’Universo e non è una cosa limitata nel tempo, l’amore di Dio non può essere limitato perché è Eterno. Fede e speranza sono per un tempo, ma l’Amore dura in Eterno. Il comando di Dio è amare: prima di tutto Dio, con tutto il tuo cuore, desiderando la Sua presenza più di ogni altra cosa. Quando sei innamorato, cerchi la persona amata, ti basta anche solo un istante ed anche un istante ha un enorme valore. Del resto, non sono le cose che Dio ci ha provveduto e di cui godiamo (famiglia, figli, lavoro…) ad essere la nostra benedizione: la tua benedizione è proprio il tuo rapporto con Lui! Giobbe ce lo insegna: aveva perso tutto, ma sapeva che le cose che aveva perso non coincidevano con la benedizione di Dio. Abramo aveva ricevuto da Dio Isacco, ma sapeva che Isacco non era la benedizione di Dio e per questo risponde con un atteggiamento di fede che era basato sulla consapevolezza che Dio è la benedizione. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri».

3. IL DISCEPOLO PORTA FRUTTO. Il tralcio attaccato alla vite che è Cristo, sicuramente porterà frutto.

4. PAGARE IL PREZZO PER IL DISCEPOLATO: il prezzo è prendere ogni giorno la tua croce, cioè non fare più le tue scelte, ma sottoporle ogni giorno a Dio, lasciando che sia Lui a scegliere per te. Ogni giorno, Gesù moriva a sé stesso, perché aspettava che il Padre gli desse ordini. Ricevere gli ordini dal Padre è straordinario e ti soddisfa molto più che fare la tua volontà: perché se fai la volontà di Dio, Lui manifesterà la Sua gloria! Fare la volontà di Dio è meglio che fare la mia volontà! Cerca la Sua volontà per fare la Sua volontà!

 

Redazione a cura di Fabio Pecoraro

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