Trasformazione nel cuore #Pastore Giovanni Di Sano
In queste domeniche, stiamo parlando dell’importanza di avere una forte relazione con Dio, perché è questo il punto di partenza.
Prendiamo II Corinzi 3:18
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Dio vuole portarci da una mente carnale, che chiede a Dio di fare delle cose, ad una mente spirituale che chiede a Dio “cosa vuoi che faccia”, sapendo che quando facciamo la Sua volontà, Dio adempie le Sue promesse verso di noi.
Tutto ci sarà sopraggiunto mentre noi adempiamo la Sua volontà.
Il centro del messaggio di oggi è la trasformazione nel cuore.
C’è un lavoro che Dio fa nelle nostre vite ed è un qualcosa che rientra nelle Sue prerogative. Quando il figliol prodigo tornò alla casa del padre, era prerogativa del padre quella di riammetterlo nella casa, ristabilendolo nella sua identità di figlio. Questa è una cosa che Dio fa: una Sua prerogativa.
Certamente, ci sono dei cambiamenti che devono ancora avvenire e che rientrano nella sfera delle nostre prerogative. Così come nessuno di noi può sostituirsi a Dio in quelle che sono le Sue prerogative, analogamente Dio non può sostituirsi a noi in quelle che sono le nostre prerogative.
Nel passo che abbiamo letto, prerogativa del credente è la contemplazione.
Romani 12:1-2 ci esorta a non conformarci a questo mondo, alla sua mentalità (che risponde alle sue logiche spesso mutevoli nel tempo).
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Lo spirito di questo mondo tende a darci una linea a cui conformarsi, ma Paolo ci parla esorta a non essere conformati, ma trasformati: in greco la parola indica un cambiamento progressivo e continuo da una forma ad una forma finale. La forma finale indicata dalla Bibbia è il raggiungimento della statura di Cristo. In altre parole il raggiungimento della mente, o mentalità, di Cristo ( **).
Dobbiamo entrare nell’ordine di idee di dover arrivare a pensare come Gesù pensava, amare come Lui amava.
Da dove parte questo cambiamento?
Dio fa la Sua parte, ma noi dobbiamo essere Suoi collaboratori permettendo al nostro cuore di essere trasformato.
Proverbi 4:23 ci esorta a custodire il cuore
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Tutto quello che riguarda il tipo di vita che Dio ha preparato per noi procede da un cuore ben custodito da ogni attacco, ma anche ben alimentato con cibo spirituale. Tutto quello che riguarda la vita di Dio scaturirà fuori dal mio cuore che è stato completamente rinnovato in Cristo Gesù, ma spetta a me custodirlo affinché da esso scaturisca la vita di Cristo!
Vero è che Dio ha già fatto tutto, ma noi dobbiamo fare la nostra parte. Vero è che non è per opere che guadagniamo la salvezza, è altrettanto vero che siamo chiamati a fare le opere di una vita trasformata, che manifestino l’amore di Dio.
La cosa miracolosa che è avvenuta quando abbiamo conosciuto Cristo è la rivelazione di essere figli: si tratta di una rivelazione che va sostenuta ogni giorno. Non perché non ci credi, ma perché la rivelazione di fede nella nostra vita sia continua e riceva quotidianamente dalla Parola sostegno. Quando questo manca, ci troviamo ripiombati nella mentalità dell’orfano: separato da Dio.
Cosa ci porta questa mentalità? Ti porta mancanza di identità, mancanza di eredità. Gesù viveva la propria identità di Figlio. La prima cosa che Dio disse di Lui, quando scese al Giordano per farsi battezzare, è proprio “questi è il mio amato Figlio…”.
Alcune volte, ci troviamo in condizioni in cui tutto ci sembra complicato e lo è, perché guardiamo alle nostre forze. Ma il Figlio che serve, non lo fa con le proprie forze.
Più ci avviciniamo al cuore di Dio, più ci verrà naturale fare le cose che provengono dalla Sua volontà, dalla volontà di Colui che ha, nel proprio cuore, l’intera umanità.
Quando il nemico ha attaccato Gesù nella tentazione, due su quattro tentazioni avevano a che fare con la Sua identità di Figlio: “Se tu sei veramente il figlio…”.
Accade anche a noi, ci accade di dubitare, di porre dei “se…”. Ci capita di porre fiducia più sulla preghiera degli altri che sulla nostra. Ecco, se abbiamo questi dubbi, essi hanno alla base un dubbio sulla nostra identità di figli di Dio.
Il problema è che certe volte il dubbio nasce dalla consapevolezza di non essere perfettamente in linea con la Parola, ma la certezza, in realtà, deriva dalla consapevolezza di essere figli.
Uno dei segnali rivelatori del cuore di orfano (sono importanti i segnali) è l’aver sempre bisogno di continue conferme su quello che si sta facendo.
Nessuno di noi deve provare il fatto di essere figlio di Dio: non ne abbiamo bisogno, così come Gesù non ne ha avuto. Non ne abbiamo bisogno perché lo sei per fede e la fede è certezza: Siamo figli di Dio!
Cosa è il cuore? È il luogo in cui risiedono gli affetti, ciò a cui diamo più valore. Qualunque altra cosa ci sia all’infuori di Dio, nel tuo cuore, lo sta scalzando, ma se c’è Dio, allora sei un adoratore.
Ebrei 3:10 ci fa sapere che tutto quello che facciamo, pensiamo e diciamo ha origine nel cuore e se andiamo ad agire sul cuore allora sì che tuta la nostra vita sarà trasformata.
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Se ci sono trasformazioni interrotte nella nostra vita, è sul cuore che dobbiamo andare ad agire!
Se nel tuo cuore, il primo posto non è per Dio, è per qualcos’altro e tu andrai in una direzione diversa da quella che Dio vuole.
Il Salmo 16:11 ci dà un altro segnale per discernere il cuore dell’orfano.
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Ovviamente va fatta la differenza tra vivere dei momenti di tristezza e vivere la tristezza. Il Salmista ci fa sapere che, alla presenza di Dio, c’è abbondanza di gioia. L’essere alla presenza del padre, con un cuore di figlio, ci fa vivere nella gioia. Può darsi che non riusciamo a vivere questa abbondanza di gioia, ma dipende dal cambiamento che in noi deve avvenire.
Genesi 45:7-8 ci riporta le parole di Giuseppe:
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Dio conserva sempre un residuo: Dio lascia sempre qualcosa che possa essere di testimonianza del Suo amore e della Sua volontà per noi. Io e te facciamo parte del residuo. Io e te facciamo parte di quel novero di persone che siano testimonianza di quello che Dio vuole fare oggi.
Se stai vivendo il presente di Dio e non stai parlando di un dio storico, ma il Dio vivente dell’ora, allora fai parte del residuo.
Se hai chiara la volontà di Dio per la tua vita nel momento che stai vivendo,se hai chiaro che Dio ti ha chiamato a fare qualcosa, allora fai parte del residuo.
Galati 5:16
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Quando non siamo trasformati, accade non solo che non avanziamo, ma che indietreggiamo! I desideri della carne si sconfiggono camminando secondo lo spirito! Carne e spirito hanno desideri opposti. In altre parole, ogni volta che non lasciamo lo Spirito Santo agire nella nostra vita, iniziamo a camminare secondo al carne. Se è lo Spirito Santo a guidarti, vedrai che camminerai nello spirito.
Come ti accorgi che la tua trasformazione si è fermata?
Nei primi tempi della nostra conversione, la trasformazione va veloce, ma dopo un po’ essa subisce un rallentamento, come se quello che abbiamo fatto fino ad allora ci bastasse. Ma la verità è che dobbiamo giungere alla meta: alla statura di Cristo e solo allora la nostra trasformazione si potrà arrestare. La destinazione di trasformazione è quella. Ci accorgiamo che abbiamo smesso di essere trasformati quando cominciamo a dire a noi stessi che quello che abbiamo raggiunto è sufficiente, perché magari ci siamo confrontati con qualcuno attorno a noi e ci siamo giudicati a posto.
Quello che avviene è che comincia ad interessarci più la forma del credente, che la potenza del credente che è la sua sostanza.
In II Timoteo 3:5, leggiamo
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Non dovremmo desiderare l’apparenza, la forma, ma la potenza. Può accadere di stancarsi lungo il cammino, di non sentire le forze per reagire, ma questa mattina voglio esortare chi non sente più il bisogno di trasformazione a riprendere il cammino, rispondendo all’esortazione di Paolo: “siate trasformati…”.
Non ci serve alcuna targhetta di credente senza la potenza che appartiene al credente.
Dio ha fatto il Suo compito, ti ha messo in pole posiotion attraverso il Suo piano perfetto di redenzione che ti ha portato al traguardo. Ora, tocca a te andare contro la tua volontà, perché essa è qualcosa che solo tu puoi offrirGli. Dio non ha la tua volontà e se c’è una cosa che puoi offrirGli è la tua volontà. Dio non è interessato a darti l’apparenza, è interessato a darti potenza.
Questa mattina voglio accordarmi con il Cielo affinché ciascuno di noi possa continuare la trasformazione che abbiamo ricevuto quando abbiamo creduto e perché possiamo portare alla croce le nostre difficoltà tornando sul cammino della trasformazione.
Redazione a cura di Fabio Pecoraro